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UAAR aprile 2012 – La ragione in gioco

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UAAR (Unione degli Atei e degli Agnostici razionalisti) presenta

“La ragione in gioco”, decisioni e strategie

Martedì 17 aprile – ore 17,30 – campo Margherita,  Venezia

“La ragione in gioco”, a cura di Dario De Toffoli: introduzione sul significato del gioco, le decisioni in ambiente competitivo, strategie, esempi in letteratura, cinema ……. e altro da scoprire.

Quando a Dario è stato proposto di preparare una conferenza per l’Uaar sui giochi, di cui è esperto, lui era molto preoccupato e ci ha chiesto:”Cosa c’entrano i giochi con l’ateismo?”.

Beh, forse direttamente con l’ateismo, almeno così a primo avviso, no, ma con la razionalità e la logica sicuramente sì. Se ci sono dei giocatori, noi supponiamo che questi abbiamo l’obbiettivo di vincere e che perlomeno non siano così “stupidi” da compiere un’azione che li danneggia se ne esiste un’altra che darebbe risultati migliori. Insomma, mettono “in gioco” la loro razionalità, oltre che la loro “coscienza”, confrontandosi tra loro. E poi il gioco è un ambiente artefatto, con delle regole specifiche, direi un ambiente “relativo” e anche questa circostanza fa molto riflettere. Perché, qualcuno suppone, e anch’io, che tutta la nostra vita sia un gioco con delle regole che ci siamo ritrovati a ottemperare per il “caso e la necessità”,  e che le regole siano diverse da cultura a cultura, da ambiente a ambiente, da religione a religione… Insomma nessun dogma assoluto (evviva siamo arrivati all’ateismo!),  ma regole condivise e che, nella vita, si possono confrontare e modificare se non comportano un interesse generale. E poi, lo sappiamo, tutti i cuccioli  imparano a confrontarsi con il mondo, il proprio corpo,  le relazioni con lo spazio e il tempo e l’interazione con gli altri essere ed elementi, con il gioco. E poi ancora, anche l’adulto quando “gioca” e riscopre un aspetto ludico in quel che fa, cioè non meccanico (infatti per gioco non si intende qui né la slot machine, né il Gratta e vinci), ma di pensiero razionale e strategia e riflessione, vive e lavora meglio. Il gioco, a ben vedere, potrebbe essere anche l’antidoto alla mercificazione dei rapporti sociali: se mi diverto, se mi impegna, se sto bene, se mi accresce, se mi fa interagire con gli altri… altrimenti… “cambio gioco”. Ora, so che Dario me ne vorrà perché non ho scritto di tutte quelle belle cose che mi ha anticipato della sua relazione sui giochi, sui meccanismi mentali sottesi, sui ruoli, sul caso, sull’interpretazione dell’emotività tra giocatori, sui riferimenti matematici. Tutti argomenti che potrete sentire da lui, direttamente, martedì.
L’ingresso è libero.