MSO 1997

Nella foto gli organizzatori con i medagliati della prima edizione. Tra gli altri si riconoscono:

1) David Levy (Director)
2) Raymond Keene (Director)
3) Tony Buzan (Director)
4) Sir Brian Tovey (Chairman)
5) Dario De Toffoli
6) Demis Hassabis
7) George Hassabis
8) Marc Tastet
9) Paul Smith
10) John Clarke
11) Kenneth Wilshire

Alex Randolph con Demis Hassabis e Dario De Toffoli alle MSO 1997

LONDRA – Royal Festival Hall
18-24 agosto 1997
Mind Sports Olympiad I
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Cronache

È lunedì 18 agosto e l’avventura inizia. Il vecchio sogno di un’olimpiade degli sport della mente sta per realizzarsi. Dunque Mind Sports Olympiad: a me sarebbe piaciuto di più Games Olympiad, ma le gare non riguardano solo i giochi, vi sono molte altre discipline diciamo, inconsuete: ad esempio calcolo mentale, lettura veloce, programmazione di computer, pensiero creativo, test QI. Che saranno mai? Quanto conterà la conoscenza dell’inglese? Di certo (che peccato!) non potrò competere nei giochi linguistici tipo Scrabble o cruciverba. Tant’è. Arrivo nella grande e moderna Royal Festival Hall, sede della manifestazione, e sta giusto per iniziare un torneo di Backgammon; naturalmente mi precipito, ma mi rifiutano l’iscrizione in quanto è riservato ai principianti. Cominciamo bene! Mi guardo intorno; studio il programma; incontro di persona gli organizzatori, vale a dire alcuni dei “guru” che hanno fatto la storia dei giochi, gente tipo David Pritchard, David Parlett, Raymond Keene, David Levy; ritrovo l’amico Alex Randolph (uno dei maggiori autori di giochi del mondo, veneziano di adozione) che come sempre è ospite d’onore; sta tenendo mini corsi del suo Twixt, il cui torneo comincerà l’indomani; saluto qualche vecchio amico giocatore e per oggi è tutto.
È martedì e inizia la bagarre. Decido subito di scartare Scacchi, Dama, Go, Othello, Shogi, e altre amenità dove la presenza di numerosi “maestri” specialisti delle singole discipline esclude la possibilità di buoni piazzamenti. Opto per Abalone, non sono ferratissimo ma il gioco è relativamente nuovo, non vi saranno – penso – veri maestri. Vinco un paio di partite, ma appare subito chiaro che le chance sono scarse. Il francese Tastet (già campione europeo di Othello) ha una marcia in più e sbaraglia facilmente tutti; per l’Italia bronzo al torinese Gianni Cottogni (sarebbe stato argento se all’inizio non avesse perso una partita proprio contro di me, peccato, ho qualche rimorso).
Comincia il Backgammon, il tipo di torneo è strano, comunque mi qualifico facilmente per le finali. Di corsa al Twixt e trovo Randolph che dopo aver fatto il maestro scende in campo anche come giocatore: addio oro! Alla fine sono 2° a pari merito ma per spareggio tecnico mi ritrovo 4°, dato che un avversario da me battuto ha vinto una partita proprio contro Randolph cui come da pronostico va proprio l’oro. Riparto giovedì con il Master Mind. È uno dei miei cavalli di battaglia, ma ho qualche perplessità sui tempi di riflessione troppo lunghi (15 min) che appiattiscono il livello di gioco. Comincia male: alla prima chiudo in 5 e il mio avversario in 4, alla seconda in 6 e il mio avversario in 5. Per fortuna la strada è lunga, ci sono 15 partite da giocare e ho il tempo di risalire la china; alla fine è argento a solo mezzo punto dall’oro: moderata soddisfazione.
E intanto sale il ritmo della manifestazione, arrivano i grandi maestri di scacchi e numerosi campioni del mondo; da Antigua la Richards di Owari (il gioco che noi chiamiamo Mancala o Awele), dalle Barbados King per la Dama 8×8, e tanti altri. L’efficentissimo ufficio stampa sforna ogni giorno copie fresche del notiziario olimpico, arrivano troupe televisive e giornalisti da mezzo mondo. C’è il supporto del Times, che ha dedicato un inserto speciale di 16 pagine [vedi], c’è la sponsorizzazione di Skandia una grossa compagnia di Assicurazioni. Mi piace la serietà con cui questi inglesi lavorano, le premiazioni ufficiali sul podio con musiche e medaglie (confesso che sono stato ben contento di salirvi). Ma allora è vero, sto partecipando ad un evento storico. D’accordo, tecnicamente c’è qualche imperfezione, ma non si può volere tutto e subito. Negli intenti degli organizzatori la cosa più importante è mostrare al mondo che dopo il boom degli sport fisici registrato nell’ultimo mezzo secolo quello che l’umanità può aspettarsi è il boom degli sport della mente. E la massiccia risposta dei media entusiasma tutti, in particolar modo Tony Buzan, presidente di un’Associazione per lo sviluppo delle potenzialità del cervello umano e profeta del prossimo “millennio del cervello”.
E intanto tocca di nuovo al backgammon: dopo 7 vittorie e 2 sconfitte perdo il bronzo in una finale ai soli 7 punti (all’inizio si giocava ai 13 ma via via le partite sono state accorciate per esigenze di tempo). Va bene lo stesso, sono piuttosto ben piazzato nel Pentamind, la speciale classifica che tiene conto dei 5 migliori risultati di ogni “competitor”. Più per curiosità che per altro sabato mattina partecipo al cosiddetto “decamentathlon” una prova massacrante che però mi ha divertito moltissimo.
Dieci spaventosi test in altrettante diverse prove “mentali”. Si comincia con la memoria; nei primi 5 minuti si tratta di memorizzare un mazzo di carte ben mescolato (naturalmente senza alterare l’ordine dato), un punto per ogni carta ricordata esattamente prima del primo errore. Nei seguenti 5 minuti basta “solo” ricordare un numero, ma non un numero di telefono, il 1819736482443053017529661790362833008137226449548: 48 cifre, un punto per ogni cifra ricordata esattamente prima del primo errore. Dopo questo “aperitivo” (io ho ottenuto 22 carte più 38 cifre) si passa al calcolo mentale, cioè bisogna risolvere una trentina di operazioni, ma la penna può essere usata solo per scrivere i risultati: in un delirante crescendo le ultime 2 operazioni sono moltiplicazioni di 4 cifre per 4 cifre. Stremato affronto un infernale test QI con qualche istruzione in inglese e tempo 4 volte inferiore al minimo necessario. Ne esco col morale a pezzi, chissà quanto meglio avranno fatto cotanti cervelloni che mi ritrovo intorno! Dieci minuti e si riparte con i problemi di Scacchi (uno dei quali resta insoluto anche per numerosi Grandi Maestri), di Othello (non è mai stato il mio forte e mi becco un bello zero), di Bridge (rinuncio a priori, troppo complessi), di Master Mind (e qui mi pappo un bel 100 su 100, lasciando al palo pure i cervelloni del MENSA, il club di superintelligenti), di Dama 8×8 (ottengo un inaspettato 75 su 100) e di Go (ormai non ho più tempo, tiro a occhio e non ci azzecco); per finire negli ultimi 15 minuti arriva il fatidico “Pensiero Creativo”: ma che mai sarà? Beh, state un po’ a sentire. Nel 1999 viene lanciato un nuovo “labour- saving device” (aggeggio che fa risparmiare lavoro?) ed entro 6 mesi il 97% delle case inglesi ne è dotata. Descrivete il marchingegno: conta soprattutto l’originalità delle idee. Impiego 5 minuti a capire il testo e ne restano solo 10 per progettare e descrivere il tutto. È finita. Mi accerto di essere ancora vivo e attendo con ansia i risultati, temo il fondo classifica. Sono invece settimo, esulto, guadagno un bel po’ di punti-Pentamind e constato che anche i Grandi Maestri e quelli del MENSA sono umani e possono essere battuti.
Sono appagato, ho concluso 5 tornei guadagnando insperati 324,5 punti-Pentamind che mi consentono un piazzamento che certamente sarà decoroso. Gioco domenica in rilassamento un sesto torneo senza riuscire a migliorare la mia posizione e mi ritrovo 5° nella classifica generale Pentamind con il bronzo a soli 2 punti, a quota 326,5. Non posso lagnarmi visto che 2000 giocatori di 60 nazioni hanno dato vita a 65 tornei in 35 diverse discipline. Questa volta io sono stato l’ambasciatore, ma l’anno prossimo per l’Italia le cose dovranno andare meglio; i vari Comerci, Baù, Zaccariotto, Castelli, Zama e compagnia bella si tengano liberi per il 24-30 agosto 1998 e si portino a Londra una bella valigia per riempirla di medaglie.
Ultime premiazioni, cerimonia di chiusura, tripudio, soddisfazione generale per lo strepitoso successo (la notizia – ci dicono – è arrivata a un miliardo e mezzo di persone) e foto finale con tutti i “medagliati”.

LE MEDAGLIE ITALIANE

Abalone
1 Marc Tastet France
2 A. Perelson South Africa
3 G. Cottogni Italy

Mastermind
1 R. Coull United Kingdom of Great Britain and Northern Ireland
2 Dario De Toffoli Italy
3 B. Croucher United Kingdom of Great Britain and Northern Ireland

Twixt
1 Alex Randolph United States of America Italy
2 Demis Hassabis United Kingdom of Great Britain and Northern Ireland
3 George Hassabis United Kingdom of Great Britain and Northern Ireland